Quello che è comunemente conosciuto come il giardino giapponese è un modo di pensare gli spazi verdi che affonda le sue radici in un’antica tradizione millenaria e che riproduce piccoli paesaggi, molto spesso in un modo altamente idealizzato. Intorno al X secolo, prima che nel paese del Sol Levante prendesse piede questa particolare tradizione, i giapponesi si ispiravano molto ai giardini orientali di cinesi e coreani e alle loro tecniche di realizzazione.
Anche grazie a questo confluire di influenze diverse, nel corso dei secoli il giardino Zen assunse diversi significati. Se da una parte i giardini della nobiltà e dei ceti benestanti erano pensati esclusivamente per appagare il piacere estetico, dall’altra i giardini con destinazione religiosa, soprattutto templi buddisti, dovevano avere scopi spirituali coerenti con le attività di mediazione.
Il giardino alla giapponese viene realizzato di norma intorno ad una struttura architettonica, come può essere una casa, un tempio o un padiglione per il tè. Così facendo, si può godere dell’ambiente circostante semplicemente scorrendo le porte. Questa caratteristica primaria ti permetterà un rapporto nuovo con il tuo giardino dato che gli spazi interni si mescolano liberamente con quelli esterni.
A seconda delle tue preferenze, potrai realizzare il tuo giardino Zen combinando i diversi elementi che sono tipici nella maggior parte di queste composizioni. Ovviamente, ogni elemento ha un suo particolare significato simbolico:
Karesansui (giardini da meditazione): significa giardino con paesaggio secco ed è fortemente influenzato dal Buddismo Zen.
Kaiyu-shiki (giardini da passeggio): è costruito per permettere di godersi lo spazio verde attraverso un sentiero.
Kanshou (giardini per stare seduti): è incentrato su una visione più statica, creando un postazione ideale per godere del giardino.
Roji (giardini da tè): è pensato come uno spazio verde dove svolgere fedelmente la cerimonia del tè giapponese.